Siamo a gennaio, come tutti gli anni bisogna preparare le domande di iscrizione al successivo anno scolastico, parliamo di scuole superiori, ovvero la scuola secondaria di secondo grado, come la chiamano ora. Per chi non lo sapesse, nonostante siano scuole pubbliche, viene chiesto un contributo ulteriore alle famiglie; non bastano i libri, i trasporti ed eventuali accessori obbligatori per poter comunque frequentare la scuola, ma viene chiesto un contributo che legalmente sarebbe su base volontaria, peccato che, se un genitore per vari motivi non è d'accordo, la scuola non accetta l'alunno facendogli quindi buttare via gli anni precedenti in caso di una seconda oppure una terza. Ma analizziamo bene la cosa; lo stato ha dato per legittima questa richiesta esclusivamente su base volontaria, parliamoci chiaro, se una scuola ha bisogno, un genitore se può aiuta, ma non è dato sapere esattamente a cosa servono questi soldi e comunque si parla di cifre che proprio basse non sono. Tutti noi vorremmo i nostri figli con un diploma in mano, tutti vorremmo fare in modo che abbiano un futuro, ma qui siamo alla stregua della sanità pubblica, assurdo spendere tanti soldi per poi parlare di pubblico, visto che non funziona mai nulla. Le nostre scuole sono un disastro, gli insegnanti tra i meno preparati ma per quanto riguarda le spese non siamo secondi a nessuno. Dopo tutti questi ragionamenti, il problema sta nel fatto che il contributo è volontario ma se non paghi il ragazzino non viene accettato a scuola, a questo punto quale sarebbe la differenza tra il pubblico e la mafia? Dov'è la differenza tra la legalità ed il pizzo? Col passare degli anni speravo che la criminalità si adeguasse allo stato e non viceversa; adesso la curiosità sormonta questi particolari, ma lo scopo di mettere un numero di anni obbligatori per gli studenti sarà mica una trappola? Non so bene come funzioni all'estero ma qui da noi tutto questo è sempre più vergognoso.
Oltretutto lo stato stesso, che ritiene il contributo volontario, sa benissimo che i genitori degli alunni subiscono un ricatto, ma non fa nulla per cambiare; certe scuole definiscono tanti alunni “scarti” perché probabilmente non sono meritevoli di frequentarle, ma l'importante non è lo studente in se ma i soldi che lui può portare, la maggior parte dei genitori è contraria ma naturalmente ha paura di ritrovarsi il figlio non accettato dai vari istituti. Proprio un bel ricatto legalizzato, ennesima vergogna italiana.
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