Com'è giusto che sia, Novara Capitale concede il diritto di parola a tutti quelli che abbiano qualcosa da dire, in questo caso riceviamo da
"Il corvo di san Gaudenzio" e pubblichiamo. Riserviamo il diritto di replica a chiunque si sentirà chiamato in causa.
A Novara due cose sono infinite: la pazienza dei novaresi e la ricostruzione dei ponti
Si dice che l’arte del politico consista nel promettere senza mai mantenere. Se così fosse, Novara potrebbe vantare due titani del settore: l’Assessore Rocco Zoccali e il Sindaco Alessandro Canelli. Da anni annunciano “svolte imminenti” e “lavori in dirittura d’arrivo”, ma la realtà è una città paralizzata, con una viabilità che si deteriora al pari della pazienza dei cittadini.
Prendiamo il caso del Ponte sul Terdoppio. Già nel 2022 era evidente a chiunque, tranne forse agli amministratori, che la struttura stava cedendo. Solo nel 2024 si è deciso di chiuderlo, ma ormai le crepe erano ben visibili, non solo nella struttura, ma anche nel rapporto tra amministrazione e cittadini. I sensori “intelligenti” installati per monitorare il ponte si sono rivelati utili solo a documentare il collasso, non certo a prevenirlo. Ora la demolizione è in corso, mentre i residenti soffrono un traffico infernale che inghiotte interi quartieri.
Poi c’è il ponte ciclopedonale sull’Agogna, noto tra i novaresi come il “ponte di Brooklyn”, ma non per la sua maestosità. Anzi, l’opera, invece di unire, divide. Progettato anni fa e poi lasciato languire, il ponte è diventato un monumento ai ritardi e alle incompiutezze. Adesso servono altri 300.000 euro per completarlo, una somma che suona più come una multa per incapacità amministrativa che come un reale investimento per la città.
E che dire del cavalcavia XXV Aprile, simbolo eterno del traffico cittadino e autentica “tela di Penelope” dell’amministrazione Canelli? Da anni, i cittadini ascoltano promesse: “Riapriremo prestissimo”, “Entro fine ottobre”, “Prima delle vacanze estive”. Ma ogni promessa si dissolve in un nulla di fatto. Non c’è traccia di miglioramenti, e l’ipotesi più ottimista è che si tratti di incompetenza; l’alternativa sarebbe una deliberata presa in giro.
L’unica certezza che l’amministrazione Canelli ha saputo offrire è questa: la pazienza dei novaresi è davvero infinita, tanto quanto i ritardi accumulati sui ponti. Zoccali e il suo entourage sembrano maestri nell’arte di promettere, rimandare, rattoppare senza mai risolvere davvero i problemi.
Nel frattempo, Novara continua a sognare infrastrutture sicure, ponti che uniscano, cavalcavia percorribili. Ma, purtroppo, l’unica cosa che davvero si allunga è la lista delle opere incompiute. E così, in una città ormai rassegnata, il vero miracolo non è la ricostruzione dei ponti, ma la capacità di sopportazione dei suoi cittadini.
Comments