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La parola ai novaresi. Novara al collasso: la Lega che ha già perso il "nord" e ora vuole perdere la città?

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Code, chiusure improvvise, ponti che si aprono e si chiudono senza logica, vie obbligate e giri dell'oca. A Novara oggi non si circola: si arranca. Il traffico è diventato una metafora perfetta di una città lasciata allo sbando da una certa politica che ha smesso di guardare alla vita reale, preferendo giochetti di potere, l'autoconservazione e una visione distorta della città, vista solo attraverso le finestre di Palazzo Cabrino.


I novaresi ne hanno le tasche piene: di code che si scoprono “grazie” ai social, di ponti chiusi senza preavviso, di un’amministrazione che rattoppa e naviga a vista. La città è ormai un labirinto in cui i problemi si scoprono strada facendo, ma nessuno sembra preoccuparsene davvero.


Mentre Novara collassa, la Lega locale si perde in manovre da prima Repubblica, più concentrata a scavare fosse per farci cadere dentro gli alleati che a risolvere i problemi dei cittadini. La città sta franando, ma il partito sembra impegnato a strizzare l’occhio al Pd, lavorando di sponda per giochi che poco o nulla hanno a che fare con il bene della città.


L’ennesimo appello arriva da Novara, dal Patto per il Nord: un comunicato stampa che sembra scritto con il fuoco. La denuncia è netta: “Novara è al collasso. Domani sarà peggio”. Manca la programmazione, manca la visione, manca il rispetto per chi lavora e produce. E mentre la città si paralizza, chi governa si rifugia nel centro storico “pedonalizzato” o nelle piazze illuminate a festa. È la metafora perfetta di una politica che guarda solo al presente, incapace di investire in un futuro fatto di infrastrutture adeguate, di strategie a lungo termine.


“Il Nord non ha mai smesso di correre”, scrivono. Eppure, il Nord ora è fermo. In coda. Sulla viabilità sgangherata che c’è.


Una sentenza che suona come un atto d’accusa. La Lega rischia di aver perso la rotta. E comunque ha perso il Nord.


E mentre in periferia le strade sono un disastro, il centro storico si illumina a festa. Piazza Martiri splende, spuntano statue colorate davanti alla stazione, come se bastasse un po’ di scenografia per nascondere la polvere sotto il tappeto. Ma chi governa davvero la città non esce dal centro, vive in un mondo pedonale e fantastico, lontano anni luce dalla realtà di chi ogni giorno lavora, si muove e produce in un contesto sempre più paralizzato.


Questa amministrazione sembra ignorare che la viabilità è la base di ogni sviluppo: “non si cresce se non si può camminare”, e Novara oggi non cammina più. Non lo dicono i corvacci, lo dicono i leghisti o ex che si voglia.


La verità è una sola: i cittadini di Novara non sono quelli delle riunioni di partito o dei blog amici che sperano di ritrovare un posticino al sole. La gente vera è quella che lavora e che ogni giorno perde ore preziose in mezzo al traffico. È quella che non ne può più di parole vuote e di promesse mai mantenute. La gente vera sta finendo la pazienza, e lo fa capire nei bar, nei mercati, nelle code infinite che ormai sono diventate una certezza quotidiana.


I novaresi chiedono risposte, non slogan. Chiedono programmazione, visione e infrastrutture degne di una città che si vantava di essere il centro del Nord produttivo. Chiedono un’amministrazione capace di stare tra la gente, di capire cosa vuol dire perdere ore di lavoro per un “intoppo viabilistico” improvviso.


Novara ha bisogno di politica vera, di facce che escano dalle stanze dei palazzi, di amministratori che abbiano il coraggio di risolvere problemi reali, e non di giocare alle strategie di potere con chi, al primo inciampo, non esiterà a voltare le spalle perché brama di tornare al potere della città.


Il tempo degli slogan è finito. Novara soffoca. Chi governa la città, vuole rendersene conto?

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