Inutile negarlo, per una città, qualunque essa sia, la cosa più importante è la propria squadra di calcio; nel bene e nel male il calcio, anche nei piccoli centri, sarà sempre fonte di ricchezza oppure simbolo di estrema povertà. I politici in primis, invece, sono quelli che all'occorrenza salgono sul carro dei vincitori per poi scendere appena le cose vanno male; ultimo del carro, come sempre, il popolo, cioè chi, in effetti, nei confronti dei propri colori nutre realmente un amore incondizionato sia di fronte a vittorie che sconfitte. Sono, infatti, i tifosi a portare in giro per il mondo i propri colori ed il proprio stemma, disposti spesso anche a combattere per l'onore della propria città, non a livello medioevale ma nutrendosi di valori ancora più onesti della storia stessa. Ecco perché, al momento, nella nostra città abbiamo sentimenti molto contrastanti; premesso che il vecchio Novara Calcio non esiste più, ci siamo attaccati tutti, come naufraghi in mezzo al mare, a questa realtà chiamata Football Club Novara, la cosa che, al momento, più si avvicina alla nostra storia. Dopo soli tre anni, questa nuova realtà cambia proprietà, felici ma dubbiosi accettiamo ciò che il destino al momento ci porta. Ferranti lascia il Novara per vari motivi, primo fra tutti quello economico, poi pare che, come il classico italiano, debba render conto a qualcuno che, fatti i suoi calcoli, si è reso conto che, al momento, guadagni non ce ne sono e, comunque, non bisogna essere dei geni per capirlo. Tirando le somme si registrano, in tre anni, un campionato di serie D vinto abbastanza agevolmente, un campionato di C da media classifica e l'attuale campionato praticamente da retrocessi, quindi in teoria questo passaggio è al momento l'unica possibilità di un futuro calcistico a Novara.
Ci ritroviamo in casa nostra un certo Lo Monaco, una persona che nel mondo del calcio opera da sempre e questo fa ben sperare, anche se tutti noi ci ricordiamo di lui solo per il suo confronto mediatico con Mourinho, all'epoca allenatore dell'Inter. Si presenta a Novara con una cordata di imprenditori che, come lui, sono da sempre nell’ambito calcistico, certamente qui da noi soldi col calcio non se ne fanno, ma come si dice, anche “il cane non muove la coda per niente”; non so come sarà il nostro futuro, dobbiamo solo aspettare e vedere cosa ci riserva. Certo è che il nostro passato, da quando lo conosco io, è stato più dolori che gioie, ma se guardiamo al di fuori del campo, presenziare sugli spalti di uno stadio sapendo che i veri attori siamo noi e non i giocatori, è una ricca soddisfazione, concetto che chi fa tutto questo per soldi non capirà mai.
Auguriamo alla nuova proprietà buon lavoro e anche un buon guadagno, perché se guadagnano bene vuol dire che le cose funzionano per tutti, ma una cosa nessuno deve mai dimenticarla, “potete comprare la nostra squadra, potete sventolare le nostre bandiere, potete fare quello che volete, ma Novara siamo noi e solo noi”.
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