Eccoci qui, cari lettori del Corvo di San Gaudenzio, con l’ennesima perla che si aggiunge alla brillante collana delle “grandi opere” artistiche di Novara. Dopo le lumache giganti e i fiori-innaffiatoio, simboli indiscussi di… qualcosa che nessuno ha ancora capito, ecco i palloni gonfiati alla stazione. No, non parliamo di politica, ma di vere e proprie sculture di palloni.
L’idea, dicono, è quella di “riqualificare” l’area della stazione ferroviaria. Perché, si sa, quando un viaggiatore arriva in una stazione dove il degrado è evidente, con spaccio e insicurezza in bella vista, ciò che davvero gli serve per sentirsi al sicuro è… un pallone gigante. Magari colorato. Magari gonfiato. Perché, evidentemente, l’arte contemporanea ha il magico potere di trasformare zone critiche in Disneyland.
Ma attenzione, cari lettori, perché il progetto ha un obiettivo nobile. Udite, udite: lo scopo è “affrontare in modo nuovo il tema dell’area della Stazione di Novara, uno spazio urbano difficile e problematico, ridisegnandone la percezione anche attraverso l’arte; trasformando un non-luogo in una nuova piazza, intesa come luogo di incontro e bellezza.” Avete capito bene. Basta un pallone gonfiato per trasformare l’area della stazione in una piazza accogliente e sicura. Non importa il degrado reale, le dinamiche sociali o i problemi di sicurezza: la percezione è ciò che conta. E se basta un pallone per ridisegnarla, tanto meglio!
E se qualcuno spera che almeno questa trovata sia il frutto di generose sponsorizzazioni, beh, si sbaglia di grosso. Perché questi palloni sono stati pagati dal Comune con soldi pubblici. Esatto, sono stati proprio i cittadini a finanziare questa aria di “creatività” che, nel migliore dei casi, strappa un sorriso di imbarazzo. D’altronde, cosa sono questi investimenti se non il prezzo da pagare per trasformare una stazione in un museo di palloni gonfiati?
L’idea è che queste installazioni – chiocciole, innaffiatoi, e ora palloni – servano a “distrarre” l’occhio dal problema. Una tecnica degna di un illusionista: se guardi il pallone colorato, magari non ti accorgi del degrado attorno. Peccato che i cittadini, meno ingenui di quanto si pensi, notano eccome che l’arte non sostituisce le telecamere, il controllo o la sicurezza.
E poi, diciamocelo, di palloni gonfiati forse ne abbiamo già troppi. No?
Ora, non vogliamo essere troppo severi: forse il Corvo non capisce di arte. Magari c’è davvero un messaggio profondo che sfugge al nostro modesto occhio critico. Ma vedendo i commenti dei novaresi, che appaiono quanto mai sarcastici e scoraggiati, viene da pensare che o siamo tutti stupidi, oppure qualcosa in questo “grande progetto” non quadra.
Dicono che l’arte è soggettiva. E in questo caso il giudizio dei novaresi potrebbe riassumersi in una sola parola: ridicolo. Perché, francamente, spendere denaro pubblico per simili trovate lascia più di un retrogusto amaro. Non sarebbe stato meglio investire quei soldi in una pattuglia in più, o in interventi concreti per migliorare la zona? Ah no, meglio continuare con le “opere d’arte”, che almeno fanno scena.
E mentre aspettiamo che qualcuno si senta offeso e si riunisca per querelare chi ha l’ardire di criticare, fare satira o sarcasmo, il Corvo continua a volare. Sempre più alto, sempre più libero, perché la realtà, per quanto assurda, non smette mai di offrire spunti per il nostro volo.
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